Le nostre conoscenze sugli Etruschi

L’Etruria, nome latino della regione in cui si sviluppò la civiltà etrusca, corrisponde grosso modo all’attuale Toscana, con i confini orientale e meridionale segnati però dal corso del Tevere, comprendente quindi anche parte dell’Umbria e l’Alto Lazio. Il confine settentrionale era probabilmente costituito dalla valle dell’Arno. Tuttavia al suo apogeo, alla fine del VI secolo a.C., l’espansione etrusca raggiunse la pianura padana e la Campania e la tradizione letteraria vuole che, nelle nuove terre, fossero fondate dodecapoli come nell’Etruria propria.  
L’Italia al tempo della massima espansione etrusca (fine VI sec. a.C.)
Immagine: credit Editrice La Scuola

La maggior parte delle nostre conoscenze sugli Etruschi deriva dallo studio delle necropoli che hanno restituito un complesso ricco ma artificialmente precostituito di testimonianze di cultura materiale che ci parlano soprattutto dell’aristocrazia. La documentazione sugli insediamenti invece è piuttosto scarsa, molto pochi sono stati gli scavi delle piccole fattorie o dei casolari sparsi nelle campagne in cui la maggior parte degli etruschi quasi certamente viveva. 

Una delle principali difficoltà per la comprensione del paesaggio etrusco e delle produzioni alimentari etrusche è dovuta quindi alla mancanza di ricognizioni intensive sui resti lasciati dagli abitati etruschi: gli scavi sono stati relativamente pochi, non sistematici e non intensivi. Abbiamo quindi pochissime testimonianze dirette sull’agricoltura, l’allevamento, la caccia e la raccolta degli etruschi: i resti archeobotanici e archeozoologici sono limitati. Le testimonianze raccolte a seguito di ricognizioni condotte nell’Etruria meridionale indicano l’esistenza di gruppi discontinui di piccoli abitati appenninici la cui fondazione risale ai secoli centrali del II millennio a.C., dunque all’età del bronzo. Nella valle del Fiora, ad esempio, gli abitati appenninici all’aperto e gli stanziamenti in grotta sono distanti l’un dall’altro circa 5-6 km e ognuno di essi si estende per circa due ettari. 

Tutti questi siti sono ubicati molto vicini all’acqua: paludi, fiumi, laghi. Gli abitati sorgono vicino a terreni alluvionali coltivabili, il resto del territorio circostante è costituito da pascoli naturali e bosco. Gli scavi nell’area degli abitati hanno generalmente messo in luce pavimenti di terra battuta con focolari di argilla ed alcuni buchi per l’inserzione di pali che suggeriscono l’esistenza di gruppi di semplici capanne, anche se vi sono esempi di case tagliate nella roccia.